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Natale per caso

2 min read

Due persone diverse ma con lo stesso nome, nella stessa città, lo stesso giorno di dicembre. Due destini che si intrecciano, quasi solo per caso, in una moderna ”storia di Natale”.
C´è un Mario single, che fa il tassista e che vorrebbe diventare un rapper famoso. E c´è un Mario, sposato che lavora come corriere in una piccola ditta di trasporti. Non si conoscono ma vivono nella stessa città (Modena) e in uno specifico martedì di dicembre, a pochi giorni da Natale, hanno una giornata ”speciale” in cui i loro destini si sfiorano per caso ripetutamente, costruendo per entrambi un lieto fine differente e inaspettato.
Versione cartacea disponibile qui o qui.

Autore: Marco Giorgini, Fabio Trenti

Lingua: italiano

Lunghezza: circa 34100 parole (tempo di lettura: 106-156 minuti)

Prezzo: Gratis

Estratto:

La donna aprì la portiera e appoggiò all’interno della vettura una grossa sporta di tela rossa, da cui sbucavano pacchetti regalo dalla forma bislunga. La spinse con decisione all’interno per farsi spazio, ed entrò, sedendosi pesantemente sul vecchio sedile di pelle dal colore ormai indefinito. Solo in quel momento guardò l’autista del taxi e, mentre stava per dirgli dove voleva essere portata, ebbe un attimo di esitazione, rimanendo con il dito indice alzato e la bocca aperta.
– Buongiorno signora – disse Mario sorridendo, girandosi appena senza staccare le mani dal volante. – Bella giornata, eh? Cioè, bella per essere dicembre. A Modena. Se non fosse per il freddo, almeno, eh? E la nebbia, certo.
La donna continuò a fissarlo senza dire nulla, muovendo rapida lo sguardo a destra e a sinistra, come per valutare il peso e l’ingombro del suo bagaglio e la distanza di questo dalla portiera, ancora aperta, indecisa su cosa fosse meglio fare.
Mario continuò a sorridere, fece un grosso respiro e ripeté con più energia ”Buon-gior-no si-gno-ra” scandendo una per una le sillabe e girandosi maggiormente verso di lei, rivelando così che alla grossa catena dorata che aveva al collo era appesa una sveglia.
La signora ebbe un sussulto, si fece prima indietro, schiacciandosi contro lo schienale del sedile, poi, la sorpresa si trasformò in un lampo in stizza, e rossa in volto, urlò – Oh ve’ giovine, che urli! Non sono mica sorda, ve’! Sono ancora nel fiore del fiore degli anni, oh!
– Ah, ehm, scusi. Mi era sembrato che non mi avesse sentito…
– Zitto! – disse la signora afferrando la borsa con il braccio sinistro nel tentativo evidente, ma inutile, di trascinarla fuori.
– Eh?
– Non si muova! – gridò ancora lei, fermandosi.
– Eh?
Lei lo squadrò e poi gli domandò, con fare inquisitorio – Ma lei è sicuro di essere un tassista?

…continua…

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