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Le Polpette di Plutarco

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Circa duemila anni fa, Plutarco, uno scrittore e filosofo greco antico, seguace di Platone, scriveva una delle sue opere più importanti, i Moralia, una serie di brevi trattati in cui il futuro procuratore dell’imperatore Adriano, disquisiva su diversi argomenti di carattere filosofico, letterario, scientifico e storico. […] Oggi, Plutarco, dividerebbe con me polpette di quinoa, zucchine e grano saraceno. Il vino lo porterei io, naturalmente privo di chiarificanti di origine animale come l’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, la colla d’ossa, la colla di pesce e la gelatina. In una parola, Vegano.

Lingua: italiano

Lunghezza: circa 7500 parole (tempo di lettura: 24-34 minuti)

Prezzo: Gratis

Autore: Marco Benazzi

Download: non disponibile

Estratto:

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Non possiamo chiedere al mondo un aiuto per raddrizzare l’asse terrestre. La vita ha un suo perché se lo cerchi nel fondo di un bicchere che profuma di Lagavulin, altrimenti è come essere una sveglia da viaggio che quando esaurisce il suo compito principale, viene abbandonata nel cassetto di uno squallido albergo privo di stelle. Ma cosa parlo a fare, tanto chi ha la sfortuna di conoscermi, fino a qualche tempo fa mi avrebbe tollerato in quanto battutista nonsense, ora mi evita accuratamente perchè ho saltato l’asticella che porta dritto al regno della follia. Come era tutto falso quando, per strada, mi sorridevano facendomi l’occhiolino solamente perché frequentavo esponenti dell’alta borghesia, la crema avariata della società. Pensate che un alto funzionario dell’esercito a riposo, dopo avermi visto passeggiare per strada con un noto avvocato “predestinato”, mi classificò con lo stesso titolo accademico continuando a salutarmi fino al suo decesso in maniera del tutto ossequiosa. Avvocato io? Che se potessi cancellerei l’Ordine domattina stessa sostituendoli con un più democratico lancio della moneta? Testa sei libero ma devi garantirmi che da ora in poi la userai, la testa; croce puoi scegliere se entrare in un convento di frati trappisti o sposarti un’anziana berlinese logorroica. E pensare che quando tutto ebbe inizio la vita sembrava veramente un dono di dio.

– Paolo, quando torni dal catechismo fermati all’alimentari per ritirare la torta di sangue che ho prenotato.
– E i soldi?
– Già pagato, è a nome mio!
– Bene…

Bene una sega, com’è possibile che ogni venerdì che ha fatto nostro signore, in città, tutti, ma proprio tutti, mangino questa schifezza spacciandola per torta. E’ sangue di maiale raggrummato con pezzi di grasso che, mangiato ancora caldo, emana un forte olezzo di ferraglia arrugginita che farebbe vomitare una pantegana affamata.

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