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In un tempo andato

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Di quest’opera dice Francesco De Girolamo: ”Questo romanzo di formazione di Enrico Pietrangeli […] ci propone sapientemente un vivo, riconoscibile ritratto generazionale, attraverso le vicende del protagonista […] in un febbrile […] percorso, interiore ed effettivo ”in un tempo andato”, di cui il titolo del volume già sembra voler smentire la compiuta, privata storicizzazione, con il suo ”biglietto di ritorno”.”
Lingua: italiano
Lunghezza: circa 48300 parole (tempo di lettura: 150-220 minuti)
Prezzo: Gratis
Autore: Enrico Pietrangeli
Download: non disponibile
Estratto:

CAPITOLO I

Il tempio Hare Krishna

“Insomma, ci si vede direttamente alla salita del Poggio Laurentino per il prashada” concluse impacciato Lorenzo rivolgendosi al suo amico, prima d’interrompere la comunicazione, mentre nella stanza irrompeva un altro personaggio a dissolvere ogni astratto scenario telefonico:
“Tu e quello scemo di Walter! Droga e telefono! Non avete altra sana intenzione da spendere nella vostra vita…”
“Dio! Che maledetta voglia di continuare a pisciarsi addosso altri fantastici teatrini ed invece… rotture di coglioni, sempre e solo rotture di coglioni sopra ogni salutare evasione…” pensò Lorenzo, fulminato da improvvisa routine nevrotico-famigliare, mentre, dall’altra parte, Walter temporeggiava alla ricerca di una qualche disperata battuta che rifacesse il verso a quell’insolito abbinamento: “droga e telefono”.
A Lorenzo, vittima di quella interruzione, non restava altro da fare che sbuffare, accennare un vano tentativo di contrasto all’intrusione o, più semplicemente, rassegnarsi.
Si era persino specializzato nell’ingurgitare il cibo così rapidamente (potenza delle antiche e radicate ansie ereditate dalla madre) da non dover subire ulteriori strascichi di mortificanti ramanzine. Ma questa volta le previsioni furono superate tanto che Lorenzo, riagganciando la cornetta ed indossando il giubbotto, non impiegò più di una manciata di secondi ad uscire. Trattenendo quanta più aria possibile nei polmoni, una volta valicata la porta di casa, emise un lungo sospiro. Ora i suoi pensieri vagabondavano altrove, finalmente liberi, avvolti in una città di sogni in technicolor.
Era ormai lontano ogni frenetico desiderio di fuga ma, mentre tutto andava delineandosi a rilento, sopraggiunse uno sconosciuto angelo. Lorenzo lo percepì nell’attivarsi di una potente ricetrasmittente tra la sua anima e l’esterno e, non sapendo bene cosa stesse accadendo, mutò improvvisamente espressione rimanendo, per un istante, folgorato.
“Devi lasciarti andare” mormorò l’angelo, dolcemente, come a volerlo rassicurare e lui, per tutta risposta, balzò sul primo autobus col cuore in gola.
Aveva lo sguardo spiritato e la faccia poggiata contro il finestrino, quando l’angelo puntò il dito indice sopra un cartellone pubblicitario enunciando:

Quanti imbronciati volti
vanno, più o meno a branchi,
su eventuali borse e bustine,
tra enormi matronali seni
liberano qua e là profumi

…continua…

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