Spicchi
Quattro spicchi. Quattro momenti di una giornata in cui si muovono storie e persone diverse, per un affresco plausibile e intrigante, tratteggiato con stile. Dall’autrice del romanzo Progetto Butterfly.
Lingua: italiano
Lunghezza: circa 15300 parole (tempo di lettura: 48-70 minuti)
Prezzo: Gratis
Autore: Barbara Gozzi
Download: non disponibile
Estratto:
Introduzione
I rami si muovono. Timidi. Aggrovigliati. Elastici.
Sotto un venticello che vorrebbe essere delicato ma non resiste alla tentazione. Di sentire il suono delle foglie in volo. Quella particolare tonalità che non si mischia con il resto del mondo. Non potrebbe mai.
L’albero è alto. Di quelli che hanno visto tante stagioni susseguirsi. Uguali. Monotone. Colorate quanto nere. Sarà poi vero? Che tutto questo tempo, scivolato sulla sua corteggia dura, non lo ha scalfito? Sorpreso? Preoccupato? Intimidito? Rattristato? Imbestialito? Rasserenato? Divertito? Accecato?
Sarà.
Le foglie sono verdi. Brillanti. Giocano con i raggi del sole per catturarne i fasci. Li assorbono. Provano a rifletterli.
Una panchina sonnecchia all’ombra. Proprio sotto. All’albero alto. Alle foglie che giocano con la luce. Riparata dal sole e dal cielo chiaro.
Marta si alza e inizia a correre. Lo sforzo la fa sudare eppure non riesce a smettere. Di borbottare. Cercare soluzioni. Pensare al marito. Altro non può fare.
Una nuova folata muove un ramo carico. Fitto di verde e marrone. Quello scuro, dei nodi con maggiore anzianità.
Salvatore si alza. Distratto. Sta parlando al cellulare, conclude un affare e già pensa al film che vedrà coi figli dopo cena. E a come vorrebbe leccare il corpo caldo della sua compagna. Altro non può fare.
Cessata la brezza l’albero si rasserena. In alcuni punti della sua criniera i raggi filtrano. Malandrini. E provano a raggiungere il suolo.
Stefano si alza. Fischietta e controlla l’ora, mancano quindici minuti alla chiusura delle scuole. Cammina senza fretta. E memorizza ogni colore, dettaglio, sinergia cromatica. Altro non può fare.
L’ombra è una compagnasimbionte che ruota attorno al tronco, si sposta insieme al sole. Ne segue le fasi. Si diverte a fuggire.
Jennifer si alza. Attraverso le cuffie, la musica arriva al cervello con la forza di un tornado. Alta. Martellante. Insistente. Passeggia. Sa già quale sarà la prossima meta, a casa non l’aspetta nessuno. Altro non può fare.
Li osserva, l’albero. Ne sbircia i gesti. Movimenti. Ritmi. Parole.
E sorride.
…continua…