2011
19
Apr
Il mare colore del vino
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Nota in calce
dell’autore
In copertina Léon
Spilliaert,
Grande marina blu (1924)
Adelphi Edizioni
Narrativa racconti
Collana Gli Adelphi
Pagg. 148
ISBN 9788845925634
Prezzo € 10,00
Sciascia in vacanza
Scrive Sciascia in una nota in calce
a questo libro “ Questi racconti sono stati scritti – con altri, pochi, che non
mi è parso valesse la pena di raccogliere e riproporre – tra il 1959 e il 1972.”. Si tratta questo di un periodo fecondo in cui vedono la luce, giungendo felicemente a
compimento, opere come Le parrocchie di Regalpetra, Il giorno della
civetta, A ciascuno il suo. Questi racconti costituiscono così delle
parentesi nell’ambito di una produzione di assoluto rilievo, quasi uno svago creativo,
pur riprendendo in taluni casi tematiche care all’autore, come il problema
della mafia e l’analisi storica di eventi del passato. In queste tredici prose,
di piacevolissima lettura, Sciascia non viene meno alla sua capacità di esame
critico, ma più ormai per un’inveterata abitudine che per lo scopo di far
sorgere dubbi, porre quesiti, azzardare soluzioni alternative. Con ciò non
devono essere intesi come una produzione minore, perché riflettono, per stile e
capacità di affrontare svariate tematiche, tutta la linea letteraria
dell’autore, ma è presente una freschezza, una levità di esposizione, un
approfondimento meno marcato che fanno pensare a uno Sciascia in vacanza, con
un occhio più attento alle esigenze del lettore, desideroso di divertirsi, senza
essere scioccato da rivelazioni più o meno eclatanti.
E in effetti il piacere è
assicurato, pur nell’alternanza di racconti di tema disomogeneo, ma connotati
tutti da una sottile ironia che a volte muove anche al riso, come in Filologia,
un’animata discussione sull’origine del termine “mafia”, oppure come Il
lungo viaggio, l’avventura tragicomica di nostri emigranti siciliani decisi
ad arrivare negli Stati Uniti per vie non ufficiali, senza dimenticare il
gustoso Un caso di coscienza, in cui le corna e i possibili cornuti sono
oggetto di divertenti osservazioni.
Che poi questa ironia finisca con il
riflettersi un una vera e propria autoironia, ciò è proprio di Sciascia,
intellettuale in prima linea, e anche Don Chisciotte impegnato in una lotta per
la verità che non gli renderà di certo la vita facile.
Il mare colore del
vino
prende il titolo dall’omonimo racconto che è un lungo viaggio in treno, in uno
scompartimento riservato e affollato, con una caratterizzazione dei personaggi
a dir poco ineccepibile e di grande efficacia.
Qui l’ironia si attenua e si lascia
andare alla fine a una speranza, con lo sbocciare imprevisto di un amore,
narrato con estrema delicatezza, quasi sussurrato.
Ma, racconto dopo racconto, per
quanto le tematiche siano differenti, ci si accorge della straordinaria
capacità dell’autore di narrare di uomini, dei loro pregi, dei molti difetti,
avulsi anche dal contesto storico, così che l’impressione che si ricava è che
l’evoluzione della specie sia in effetti molto più lenta di quanto si potrebbe
pensare se ci si basasse solo sulle realizzazioni e sulle scoperte
scientifiche. Non c’è infatti molta differenza fra il Verzeni, assassino
seriale della seconda metà del XIX secolo, e i mostri che attualmente sfogano
in modo bestiale i loro bassi istinti; anche l’amore, che sboccia in uno
scompartimento, un amore fatto di attenzioni e di frasi dette e non dette, non
è dissimile da quello che nasce oggi, purchè si tratti di vero sentimento, e
non solo di irrefrenabile attrazione carnale.
Ed è per questo che Il mare
colore del vino e tutte le altre opere di Sciascia appaiono ancor oggi
attuali, perché sono senza tempo.
Da leggere, senza alcun dubbio.
Leonardo Sciascia (Racalmuto,
8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989). E’ stato autore di saggi e
romanzi, fra cui: Le parrocchie di Regalpietra
(Laterza, 1956),
Il giorno della civetta (Einaudi, 1961), Il consiglio
d’Egitto (Einaudi, 1963), A ciascuno il suo (Einaudi, 1966), Il
contesto (Einaudi, 1971), Atti relativi alla morte di Raymond Roussel
(Esse Editrice, 1971), Todo
modo (Einaudi, 1974), La scomparsa di Majorana (Einaudi,
1975), I pugnalatori (Einaudi, 1976), Candido, ovvero Un sogno fatto
in Sicilia (Einaudi, 1977), L’affaire Moro (Sellerio, 1978), Il
teatro della memoria (Einaudi, 1981), La sentenza memorabile
(Sellerio, 1982), Il cavaliere e la morte (Adelphi, 1988), Una storia
semplice (Adelphi, 1989).