2009
19
Nov
La Rizzagliata
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PAGG.210 EURO 13 SELLERIO EDITORE
Pubblicato in Spagna con il titolo “La muerte de Amelia Sacerdote”, dove ha vinto il secondo premio Internacional de Novela Negra, la Sellerio pubblica questo romanzo dell’inventore del commissario Montalbano. La storia, ambientata a Palermo, ruota attorno alla figura di Amelia Sacerdote, figlia del segretario generale dell’Assemblea Regionale Sicilia, trovata cadavere, con il cranio fracassato da un pesante portacenere, all’interno della sua abitazione. Il fidanzato della ragazza, Manlio Caputo, figlio di un deputato, riceve un avviso di garanzia, che il direttore della Rai di Palermo, Michele Caruso tralascia , dietro suggerimento di alcuni “amici”, di comunicare ai telespettatori. Un cadavere, questo della ragazza, che crea molti problemi in considerazione dell’importanza del nome che porta, il padre diventerà presidente della Banca dell’Isola e dei innumerevoli intrecci fra mafia, potere politico e poteri forti. Nessuno deve parlare del caso, occorre dimenticare, solo il giornalista Resta, di una tv locale, cerca di scavare a fondo per scoprire chi e perché ha ucciso la ragazza , ma la mafia rapisce,per poche ore, la sua bambina. Un forte avvertimento mafioso. Su tutti, primeggia l’ex suocero di Caruso, il senatore Stella, “ socialista latifondista “, con un fratellastro mafioso. Chi riesce a comprendere il movente dell’omicidio della giovane, è un informatore di Caruso, Gabriele Lamantia, un personaggio egregiamente tratteggiato, Un uomo libero, senza una dimora fissa, che vive di espedienti, ma viene rapito e scompare nel nulla. Ognuno cerca, nel romanzo di Camilleri, di restare a galla, di “ cataminarisi”per cercare di ottenere privilegi. Lo scrittore, che ha dichiarato di ispirarsi, per il romanzo, alla vicenda di Garlasco e alla morte di Chiara Poggi, delinea una rete solida di interessi , tanto da far dire al suocero, il senatore Stella( nel frattempo il direttore Caruso è ritornato a vivere con l’ex moglie Giuditta) che “piscavo con il rizzaglio, una rete a forma di campana che viene portata sott’acqua dal piso dei piombini”. “ Ad un certo momento il piscatori tira’na corda e la parti ‘nferiori della riti si chiudi e dintra ci restano i pisci cchiù stupidi, o i cchiu’ lenti, pirchì quelle più sperti si scansano ‘n tempo”. Un modo per dire che, in questo caos, sono sempre i furbi a salvarsi. Questo libro è originale, rispetto alla innumerevole produzione letteraria dello scrittore, perché non è un romanzo storico, né uno incentrato su Montalbano, anche se viene citato. E’ un libro di estrema attualità perché lo scrittore siciliano delinea un contesto socio- politico affaristico, dove domina la mafia, la legge del più forte, un potere politico arrogante che domina su tutto e su tutti. La storia, come tutti i gialli di Camilleri, è avvincente, i personaggi caratterizzati egregiamente, le dispute all’interno della sede della Rai molto veritiere, ma, questa volta Camilleri lascia al lettore un finale aperto a diverse interpretazioni. Un libro con il quale lo scrittore conferma il suo giudizio negativo sull’Italia di oggi dove domina l’omertà, l’arroganza e un potere politico cinico e spietato anche di fronte alla morte di una ragazza di 23 anni.