Mille anni che sto qui
Commenti (Grottole, in Lucania, è il paese dove la scrittrice ambienta questa storia che si snoda in un secolo: dall’Unità d’Italia alla caduta del muro di Berlino. Al centro dell’impianto narrativo, la famiglia di don Fancesco Falcone che si sposa con Concetta che gli ha donato sei figlie femmine, dopo la nascita del maschio tanto desiderato, Oreste che, ironia della sorte, ama vestirsi di notte con abiti femminili. Il libro ci narra le vicende di quattro generazioni: le figlie femmine, tra le quali emerge Candida, la più bella , che si sposerà con Colino e sarà la madre di Alba e la nonna di Gioia, il personaggio centrale nell’ultima parte del volume, che interpreta i mutamenti sociali e sessuali della società. Le donne sono le vere protagoniste di questo romanzo di ampio respiro letterario e politico nel senso lato del termine, come Lucrezia che rimane vedova e dedicherà tutte le attenzioni al figlio Rocco o Costanza che gestisce, nella fase iniziale, la contabilità dell’azienda paterna e scapperà con don Antonio, il parroco del paese. Donne che amano, che soffrono, vere protagoniste della storia. Donne che occupano, all’interno della società, apparentemente patriarcale del Sud, un ruolo di primo piano, dall’amante contadina, poi moglie, Concetta che riuscirà ad ammorbidire il burbero marito, a Cicia, la prima ostetrica statale di Grottole. Il libro ci descrive, oltre le vicende personali della famiglia Falcone, specchio fedele di un Sud ancorato a vecchi schemi, gli eventi storici di un secolo e