Il segreto di Ortelia
Commenti (Ritorna Andrea Vitali, il cantore di Bellano, città dove ambienta i suoi romanzi. L’autore, rivelatosi al grande pubblico con il romanzo “Una finestra vistalago” che ha ottenuto nel 2003 il premio “Grinzane Cavour” e che è stato elogiato dalla critica letteraria come l’erede di Piero Chiara, ci regala, com’è nel suo stile, una storia nella quale il lettore si immerge sino all’epilogo. Siamo negli anni ’30 e in paese arriva Amleto Selva che viene assunto, come garzone, dal macellaio Idreno Crippa. L’uomo, solo al mondo, desideroso di soldi e di un riscatto sociale, decide di sposare la pallida Cirene, figlia del proprietario, soprattutto per rilevare l’esercizio che versa in una precaria situazione dovuta alla concorrenza della macelleria di Leopoldo Bereni. Dal matrimonio nasce Ortelia che si sposerà con Ugolino Bereni, uno dei figli dell’odiato concorrente, ma l’unione coniugale di Achille si rivelerà un disastro perché la donna soffre dispareunia e l’uomo, per soddisfare i propri bisogni sessuali, prima imbastisce una storia di sesso con l’avvenente Betta, successivamente incomincerà a frequentare delle case di tolleranza con una folta compagnia di amici. Il medico Durini, il dottor Decorati, il notaio Anfuso, Gallinaccio, l’ingegnere Cascanti, sono i protagonisti delle scorribande notturne del macellaio che avrà una paralisi e non parlerà più, ma sarà sovente soggetto a violente crisi. Vi è un rimedio per tenerlo tranquillo, un segreto che custodisce, morta la madre, solo Ortelia. Questa, in sintesi, la trama del romanzo dello scrittore che ha il pregio di tratteggiare personaggi e situazioni in maniere eccellente, di dare vita a delle storie che rispecchiano la realtà dei piccoli paesi di provincia. Vitali ci presenta una miriade di personaggi, oltre a quelli citati: Bernardo, il fratello di Ugolino, i due parroci del paese, il maestro del paese, la sorella di Betta, il maestro elementare Aurelio Leghini, arricchendo il romanzo, ma senza mai perdere il filo della trama narrativa. “Il segreto di Ortelia” ci ricorda, fra i diversi romanzi dello scrittore, “La figlia del podestà” (2005, premio Bancarella 2006) e quello che colpisce sempre, leggendo i romanzi dello scrittore, è la capacità, non certamente facile, di imbastire storie complesse e di articolare sapientemente la narrazione. Lo scrittore ha il dono dell’ l’ironia: basti pensare alla descrizione del matrimonio fra Achille e Cirene quando al fatidico sì spunta una lepre, alle circostanze in cui Achille si sente male, al viaggio in macchina della compagnia degli amici di Achille. Ironia come forma di sopravvivenza alla stessa esistenza umana perché traspare, dal romanzo, una nota di malinconia e di amarezza.