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Commenti (E’ il volume che si é aggiudicato, quest’anno, il Premio “Super-Mondello”. Al centro dell’impianto narrativo vi è Pietro, un ragazzino tredicenne che vive una situazione anomala: figlio di genitori in procinto di divorziare, sta spesso, assieme alla sorellina che chiama “la mocciosa” nell’appartamento dei Nespola, una inquietante coppia di coniugi che neanche sa se sono parenti o amici, o chissà cosa. Solo con se stesso, senza amici, affida i suoi tormenti esistenziali a delle lettere che indirizza a Marianna, specchio del mondo esterno, una ragazzina che vende panini e bibite all’interno della sua scuola. Il romanzo, scritto in forma epistolare, racchiude 164 missive che il ragazzino scrive alla ragazza, che neanche conosce, chiedendole aiuto. Pietro si rende conto della sua adolescenza non vissuta, dei problemi che lo attanagliano. Scrive per esorcizzare i problemi, i pericoli, per comunicare se non con gli altri, con se stesso perché, nella realtà di Pietro vi è poco da salvare, ad eccezione della bella Blerina che lo bacia e che gli fa toccare, sovente, il seno. L’autore, dopo il successo del libro “Tutti contenti”, ritorna ai suoi temi preferiti: l’infanzia derubata, calpestata, la presa di coscienza del giovane che riuscirà a prendere coscienza della propria situazione e quella della sua caotica “famiglia” per riuscire ad ottenere, alla fine della storia, giustizia, anche se il passaggio dall’adolescenza all’età adulta comporterà dolore e sofferenza. Di Stefano esprime severe critiche, fra le pieghe del volume, nei confronti dei genitori, assenti come nel caso di Pietro, incapaci di dialogare, di ascoltare i propri figli, presi da un individualismo sfrenato. Non a caso, il titolo del volume esprime la voglia di Pietro, ed in senso lato del mondo adolescenziale, di essere ascoltato, compreso, aiutato, L’adolescenza, lascia intendere lo scrittore, é una tappa molto importante nella vita di una persona. Crescere prima e assumere il ruolo “di grandi”, come nel caso del protagonista, significa andare incontro a dei seri pericoli solo per ottenere quello che dovrebbe essere un diritto per i ragazzi: una vita normale.