Complanare Putta
Commenti ((Felice Muolo - Edizioni Il Filo)
"Romanzo essenziale e veloce". Le prime parole della quarta di copertina. Azzeccate e precise. Il senso esatto di ciò che si prova terminata la lettura di quest'opera (forse quasi più un racconto di un romanzo breve) di Felice Muolo. Una storia dai contorni ampi che ne rendono complessa la esatta classificazione libraria - che oscilla tra il noir e il giallo, lambendo con un estro peculiare tante altre etichette inattese. Perché "Complanare putta" è una storia in cui si snodano insieme - come del resto spesso capita nella letteratura italiana - vicende sentimentali, intrighi, crimini e sesso. In un tutt'uno che lascia un gusto amaro, indefinito. Non solo per il finale - che con un paio di paragrafi d'effetto ricolloca una parte della vicenda - ma per il procedere cinematografico della parte più "gialla" che si trova incastrata (fortemente incastrata) con le situazioni più tipiche della tragedia greca.
Qui, la "bruttura" umana domina tutto. In un turbinio senza speranze di fuga - da cui comunque almeno una persona si salva, ma quasi per caso, quasi per un cenna divino che la estrae, di nuovo, dal contesto - tutto sembra già scritto. Come se la vita - in certi luoghi, in certe situazioni - sia solo una attesa del momento in cui si viene schiacciati. Fuori di metafora, per uno degli "attori", ucciso per sbaglio, o più o meno metaforicamente per le altre vittime. Che vengono scelte dal destino con il ritmo cieco dell'indifferenza - spingendo le azioni con concause minuscole e spesso inutili.
E in questo momento letterario - che parte, grazie a ricordi narrati, molto prima dell'"ora" della storia - tutto così sembra così inverosimile da essere certamente plausibile.
Difficile dire chi sia l'eroe, in questo ambiente. Se Lucio o Nicola. O uno dei tanti altri personaggi che scelgono e tentano di catturare il loro momento di luce - nella "vita" - finendo illuminati o al buio nella storia. Perché il buono vive da vittima - ma anche le varie gradazioni di "meno buoni" o "cattivi" sono in realtà intrappolati in una stretta tela - costruita da altri - o da loro stessi. E non c'è musica davvero per nessuno.
Aggiunge un gusto intrigante infine l'ampio sovrapporsi tra la biografia dell'autore (presentata in copertina) e quanto l'autore stesso racconta. Come se il gioco delle parti sia stato composto con tessere di scarabeo. A dimostrare come il ventaglio combinatorio sappia creare pathos dal caos e come l'ispirazione catturi giustamente gli attimi vicini per trasportarli altrove.