Magnum
Commenti (Quello con le mandorle per favore.
Ho rapito il Magnum dal frigo del bar, cioè, ho pagato per averlo, un croccante e soffice gelato indifeso da scarnificare per il mio piacere.
Lo scarto per strada mentre prego che il semaforo diventi verde: non sono capace di ammazzarlo davanti a tutta questa gente, ti prego, non resisto più.
Entro in ascensore e mi dispiace che sia già un po’ rotto sul fondo, lo voglio intonso, sono io la carnefice. Lacero la carta come si farebbe con uno scomodo paio di pantaloni, la stupratrice vuole il suo premio, voglio la mia fellatio.
Succhio la punta di cioccolato e mandorle, come vorrei essere in grado di farla sciogliere per sentire la crema che scivola in bocca bagnata dal caldo, invece non resisto, incisivi a strappare, molari a devastare, la lingua per ripulire ogni traccia.
Come promesso, il premio entra duro in bocca: quella crema, che pensa di essere abbastanza fredda per difendersi, non ha fatto i conti con questa lingua bollente di desiderio. Lotta fino all’ultimo spasmo di freddo, poi la sento morire, scioglievole e rarefatta nell’ugola.
Il sadismo da bisturi scivola nella ferocia della fame atavica. Lo addento, lo strazio, l’ingoio, lo sacrifico alla mia mente.
Ho consumato l’omicidio e rimango con il legnoso scheletro in mano, non posso non riconoscere la colpa e la vergogna del mio orribile gesto, dovrò punirmi per il mio cremoso crimine, dovrò far finta che non sia mai successo, ricostruirò questo gelato in fondo alla tazza di un cesso, cercherò di ricomporlo ancora fresco, ma con le mandorle fuori posto.