2010
6
Ott
Cicatrici
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Pagg. 231 Euiro 16
Guanda Editore
In una grande città del Nord Italia, Nemo
Quegg, un grigio e tranquillo tipografo, rimasto orfano dei genitori all’età
di un anno e mezzo e cresciuto dalla zia sensitiva Rachele, conduce una grigia
e monotona esistenza. Fa il tipografo, prende l’autobus delle cinque dove vi si
trova a bordo qualche barbone e/o qualche ubriaco, lavora, ritorna a casa della
zia, nel frattempo morta e che gli ha lasciato in eredità la casa , dove ha
affittato, per arrotondare il suo modesto salario, una stanza, a due giovani
studenti Lisa e Dario. Un giorno conosce, naturalmente sull’autobus che prende
giornalmente, una giovane dottoressa e l’incontro fra i due si trasforma in
una storia di sesso, anche se la donna ha un problema di non poco conto: ha le
gambe devastate dalle cicatrici che si procura tagliandosi con un bisturi
quando ha ragione , ma le viene negata. Per educazione o per repressione, non
si ribella, non ha il coraggio di esternare la sua rabbia e sfoga così la sua
rabbia. Un giorno, davanti a centinaia di persone, Nemo Queeg commette un
terribile delitto: armato di un coltello di cucina uccide una persona. Dopo
l’omicidio si siede per terra e aspetta tranquillamente l’arrivo dei carabinieri.
Perché lo ha fatto? Alla psicologa che dovrà stilare la perizia sulla sanità
mentale, Nemo Quegg racconta la sua agghiacciante storia: quella della ragazza
che compariva su un autobus notturno sempre alla stessa ora, di una nave in
bottiglia, e di un famoso medico dagli occhi freddissimi. Un racconto minuzioso
e rigoroso, che il protagonista compie senza cedere nulla alla pietas. Il libro
si apre con la storia di una famiglia irlandese che stermina la moglie, l
figlio e che si uccide. Unica sopravvissuta, la figlia Kate . Le due storie
hanno una relazione in comune ? e cosa centrano, nel libro dello scrittore
bolognese, due bambini che calciano un pallone su un promontorio, sotto un
cielo pieno di nuvole e di stormi di uccelli? E cosa significa quel quaderno,
trovato in casa della zia Rachele dove vi sono due date, scritte indecifrabili,
frasi dei Beatles e il nome di una donna al centro di un cerchio? Perché i
due bambini amano le canzoni dei Beatles ma piangono appena sentono Eleanor
Rigby? Storie, apparentemente molto diverse, lontane e diverse fra loro ,
anche perché si svolgono in tempi diversi, molto distanti fra loro, ma vi è un
filo conduttore che li lega, il concetto della reincarnazione. Filo
conduttore che, e qui risiede l’abilità di Morozzi, che fa intersecare, intrecciando
le diverse storie che diventano una sola. Cicatrici è un libro, definito dai
critici pulp, ma, a differenza dei precedenti volumi, come L’abisso, L’era del
porco e il formidabile Blackout, per me il migliore, non è infarcito di dotte
citazioni musicali, ma pieno di sangue e di delitti atroci. Lo scrittore si
avvale di una scrittura forte e dirompente , che non dà tregua al lettore, di
dialoghi interessanti, di una descrizioni di personaggi molto introspettiva. Le
cicatrici non sono solo quelle che porta la donna nelle gambe ma quelle che
accompagnano tutti gli uomini nel corso della loro esistenza terrena. Cicatrici
che rappresentano le ferite inferte dai genitori ai figli, la descrizioni dei
personaggi e dei bambini tratteggiati è superba, lo scene che lo scrittore
descrive sembrano veritiere e il libro si presterebbe per una trasposizione
cinematografica. Morozzi si avvale di uno stile innovativo, che incalza il
lettore, a volte lo “ tormenta” e lo disorienta, anche perché, in questo libro,
non si ride come nei precedenti. Il lettore è portato alla riflessione su
personaggi e situazioni che vengono descritti magistralmente, a riflettere sul
senso della vita, sull’educazione ricevuta, fondamentale per lo scrittore per
la nostra crescita. E’ abile, Morozzi, il libro si legge volentieri, anche se i
toni sono cupi ed è intriso di violenza, ma il finale è magico, sorprendente.
Andatelo a scoprire.
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:: Giuseppe Petralia
Giuseppe Petralia è giornalista pubblicistica dal 1984. Recensisce il primo libro ''Intervista sul socialismo italiano a Pietro Nenni'' a 18 anni, intervista apparsa sul periodico “Proposta Socialista”. Inizia a scrivere sulle pagine di ''Trapani Nuova'' e diventa, sempre nel 1981 corrispondente da Partanna (Trapani) de ''Il Giornale di Sicilia''. Collabora da dieci anni al periodico ''Il Belìce'', con recensioni di libri e articoli di cronaca e di politica. Ha collaborato con il periodico ''La Notizia-In'' e per quanto riguarda il web con il sito dello scrittore Antonio Messina, con www.belice.it e con libri.brik.it. Ha collaborato con recensioni ed interviste con la scrittrice Francesca Mazzucato e con ''I libri della settimana'' di Giancarlo Macaluso sul sito www.gds.it. Ha intervistato, fra gli altri, Vanessa Ambrosecchio, Simona Vinci, Domenico Cacopardo, Marco Vichi, Luca Di Fulvio, Ivan Cotroneo, Gabriella Imperatori, Paola Mastrocola, Grazia Verasani, Pietro Spirito, Teresa Ciabatti, Simona Corso, Alessandra Montrucchio, Enrico Remmert, Alessandro Perissinotto.
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