2007
9
Mag
Misura del tempo
Commenti (
Ho appena chiuso "Misura del tempo" di Marco Gatto, Castrovillari. Per molto tempo fra gli endacasillabi accentati e quelli solamente sillabici ho preferito i secondi. So che i primi hanno il ritmo che è della vita, e i secondi la prassi che è della mente. E qui, in questa "misura del tempo" di ritmo ce ne è non poco - e come potrebbe essere diversamente a stare al suo solo titolo: "Misura del tempo", appunto -. Ed è un bel ritmo pieno di giovinezza consapevole. (A tale riguardo sorprende la notizia che ci dà Renato Nisticò che l'APA, l'associazione degli psicologi americani, ha, come dire, postdatato la fine dell'adolescenza alla bella età di 31 anni: mah: adolescenti sempre consumatori sempre? sarà per questo?). Molto ritmo dunque, e non direi "di periferia" (dove accidente sta "il centro" adesso?). Piuttosto - forse - il ritmo che arriva da un indirizzo dal nome tanto bello, evocante, come quello di Gatto: Contrada Palombari - Vigne; Castrovillari.
C'è un lutto in questo libro; il lutto, si sa, si addice a tutti, non solo ad Elettra. Ma non si riesce mai e poi mai ad immaginare quanto può addirsi a un giovanissimo adulto, quale è sicuramente l'autore di questo libro qui. E' nato nell'83. A un tiro di schioppo dal presente presente. Il presente "che si snoda senza quiete", il quale a volte "ci schiaccia" - per usare delle locuzioni del libro.
"- Si cambia, si scende - dobbiamo cambiare, / bisogna scendere." ritma a pagina 72 Gatto, e un poco questo ritmo ha quello del "si spiccino per favore si chiude" del maestro citato da Nisticò, l'Eliot di quell'aprile celeberrimo - il più crudele - che qui invece, più semplicemente - quando sta per finire - "Sfiorisce".
Bel libro, con un gesto pieno di gioventù e giusta ironia alla fine, quando - per chiosa - ci sta un Preludio che diviene "Postludio", e che dice: "E ora? / A una voce poco esperta / non si deve la mancia. / Fuori tuona, è quel che basta."
Mi piace - a me stesso dico - riconoscere riconoscere i libri che mi piacciono, e questo qui mi è piaciuto. E una immagine non la dimenticherò di certo: quel "muto silenzio, sottile / nella quiete dei cipressi oziosi:"