Un mare di nulla
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Un viaggio a ritroso nel tempo, prendendo spunto dalla figura paterna, per cercare di trovare “la memoria che ancora cerco e scrivo.” E’ quello che compie lo scrittore piemontese in questo libro pubblicato tre anni dopo il premio “Strega” ottenuto con il romanzo “Il dolore perfetto”. Ironico, affabulatore, bugiardo, frutto di un matrimonio riparatore fra il nonno capomastro e la giovane nonna spigolatrice (Mondo e Adelina) che andranno ad abitare in una casina rosa, la figura paterna viene tratteggiata senza reticenze, tanto che l’esergo del libro recita una frase di Fernando Pessoa: ”La sincerità è un grande ostacolo che l’artista deve vincere”. Nel libro vengono tratteggiati gli amici del padre, Marione, ucciso da una bomba mentre era in viaggio con il padre, Teresio, Toni, gli zii paterni Attilio e Tonio, il primo volubile, il secondo opportunista. La vicenda si snoda fra un piccolo paesino del Piemonte, si sposta a Torino e Riccarelli descrive le avventure del padre che viene chiamato alle armi, in Africa e si improvvisa panettiere per sopravvivere alle insidie della guerra, degli aguzzini, dei soprusi e lo scrittore lancia un grido di dolore contro le guerre, auspicando la pace. Nella vita del padre, un insieme di contrari, un ruolo importane hanno le donne, “oggetti delicati da manipolare, qualcosa che necessita di astuzia e pazienza, delicatezza e decisone“, donne che danno al protagonista senso d libertà, fino a quando lo steso non rimane imprigionato dallo squadro intenso e pieno di tristezza di Aisha, una donna che vive all’interno della casa di un enigmatico personaggio, monsieur Laplace. Nel libro fanno la loro comparsa, anche con un ruolo minore, le mogli degli zii: Marianna, moglie di Attilio e Adalgisa convolata a nozze con lo zio Tonio. Due donne diverse per cultura e carattere, ma che avranno un ruolo all’interno della saga familiare tratteggiata dallo scrittore che prende spunto dalla descrizione del padre per offrirci una serie di vite che si intersecano magistralmente. La peculiarità principale dello scrittore, al di là della trama sapientemente orchestrata, resta il linguaggio. Tenue, dolce, romantico, perfetto. Uno stile narrativo unico, particolare che lo discosta dagli scrittori contemporanei. Ricciarelli si avvale di una scrittura magistrale, perfetta e nessun aggettivo e/o sostantivo è lasciato al caso, ma è il frutto di un accurato lavoro artigianale, da grande scrittore.