American Psycho
Commenti ((Bret Easton Ellis)
American Psycho è un libro dell’orrore. Un orrore che nasce da uno svuotamento totale dell’animo umano. Un orrore che aleggia dentro rapporti inesistenti, dentro locali alla moda, dentro discoteche dove tirare cocaina e fissare le corpoduro che camminano per le sale.
L’orrore è quello di un mondo inutile e privo di senso. Di come il denaro prosciughi le persone di ogni accenno di umanità e reciproca comprensione.
Patrick Bateman, protagonista del libro, è uno psicopatico. Nasconde dietro la facciata che i soldi hanno costruito per lui, la sua galleria degli orrori. Nasconde dietro ossessioni socialmente accettabili altre ben più terribili. Per Patrick le uniche preoccupazioni riguardano il modo di vestire, i prodotti per il corpo, gli esercizi in palestra e i locali dove poter cenare.
Ma questa facciata che a volte si sgretola e questa maschera da ragazzo della porta accanto che a volte scivola dal suo volto mostrano poi tutta la sua violenza.
Patrick si trasforma, o meglio porta alla luce la sua essenza più vera.
Quella di un maniaco violento e sadico. Di un torturatore che procede lungo la scala del degrado umano in maniera fredda e spietata. Le sue emozioni durante le torture che infligge tendono allo zero.
E vi giuro su dio che le pagine che descrivono quello che Patrick fa alle sue vittime sono orrore puro.
Non ho provato mai un tale senso di angoscia e paura e desiderio di vomitare per quello che stavo leggendo se non quando ho visto Salò o le centoventi giornate di sodoma di Pier Paolo Pasolini.
Ma la cosa ancora più atroce è che Patrick è completamente incapace di un giudizio morale sulla sua vita. Patrick è un contenitore di paura, rabbia repressa, violenza.
American Psycho è un libro dell’orrore sul vuoto esistenziale.
Cinquecento pagine che parlano del NULLA.
E’ stata un’esperienza agghiacciante ma allo stesso tempo unica.
Bret Easton Ellis ha il grande dono di una scrittura fluida, veloce e molto incisiva. L’assenza di vere emozioni da parte dei personaggi è bilanciata dalle molte che proverà il lettore.
Allo stesso tempo, però, nel libro sono molti i momenti divertenti. E questo spiazza ancora di più, perché a volte il divertimento è macabro e cattivo. A volte è stupido perché stupidi sono molti dei personaggi.
Gli anni ottanta sono stati per Ellis l’inizio di un’epoca di spersonalizzazione e declino dell’essere umano. Da quando siamo entrati a far parte di logiche di consumo, le regole del mercato hanno preso il posto delle regole morali della convivenza tra gli uomini.
Si ricordano i nomi dei prodotti, ma quelli delle persone mai.
Quello che fa Patrick non è giustificabile da nessun punto di vista. L’unico modo in cui lui spiega a se stesso il proprio comportamento è confuso e incerto. Pensa che il dolore che prova è talmente grande che anche gli altri debbano soffrire come lui. Ma in tutto questo non c’è catarsi, non c’è via di salvezza.
Il mondo di American Psycho è un inferno contemporaneo.
Brulicante di demoni dalle facce sorridenti, dai denti bianchi e dai vestiti firmati.
Geniali e perfette le frasi di apertura e chiusura del libro.
“Lasciate ogni speranza voi che entrate”
e
“Questa non è l’uscita”
Già, perché il mondo in cui noi viviamo in questi nostri miseri giorni è figlio del mondo degli anni ottanta.
E purtroppo la via di uscita da questo orrore (nascosto indubbiamente in modo perfetto dalle pubblicità, dalla televisione e da tutte le immagini finte e false che ci circondano) è ancora troppo maledettamente difficile da trovare.
Sempre ammesso che una via d’uscita esista ancora.